Comincio ogni anno stilando una lista di buoni propositi. In genere mi concedo larghi margini di tempo, che rare volte riesco a rispettare.
Il 2016 inizia con un primo inaspettato traguardo.
Il mio obiettivo smart del 2015 (terminare la stesura della prima bozza del nuovo romanzo entro il 31/12) è stato raggiunto.
E siamo andati oltre. Dico siamo perché…
A soli sei giorni dall’inizio del nuovo anno, grazie all’inesauribile sostegno del mio editor Maurizio Vicedomini, ho in mano un nuovo romanzo da sottoporre a una CE.
Lo so, scrivere un libro non è tutto. Bisognerà trovare una CE che non voglia spremere il mio conto corrente come un limone, che sia disposta ad offrirmi una promozione adeguata e che mi garantisca un’ampia distribuzione.
I sogni son desideri di felicità, dissero i topini di Cenerentola. Ma i topi non cantano e io non sono Cenerentola.
Eppure è gioia.
In questo ultimo lavoro ho ritrovato la passione originaria di voler scrivere una storia per soddisfare, prima di tutto, l’esigenza di esprimermi giocando con le parole.
Il Na.No.Wri.Mo è stata un’esperienza unica e stimolante. Scrivere per se stessi è stato appagante. La febbre delle vendite rischiava di appannarmi la mente.
Ed ecco il primo proposito per il 2016: non mi strapazzerò i nervi alla ricerca del contratto del secolo.
Un bel respiro, un caffè con Serena Bianca De Matteis e ho preso coscienza del fatto che la mia vita non cambierà per aver scritto questa storia.
Eppure è gioia.
Percorrerò i canali convenzionali e andrà come deve andare. Perché il secondo proposito non prevede l’ingaggio di un agente letterario. Su questo punto ho riflettuto a lungo e ho concluso che l’intermediazione, per come stanno le cose oggi, è uno spreco di denaro.
Nessuna CE vorrà la mia storia?
Eppure è gioia.
Valutare la possibilità di autopubblicare è il mio terzo proposito.
Nel frattempo, continuerò a fare quello che mi soddisfa di più: scrivere storie.
A.G.